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Lord, Camera dei.

Assemblea non elettiva del Parlamento britannico, composta dai pari per nascita o per creazione. Essa è per tradizione tribunale superiore d'appello e conserva il diritto di veto sospensivo (per un periodo massimo di un anno) sui progetti di legge a carattere non finanziario. • St. - La sua origine viene collegata all'emanazione della Magna Charta (1215), documento nel quale si riconosceva il diritto dei vassalli a essere giudicati da loro pari. I feudatari dovevano inoltre essere interpellati dal re nelle questioni riguardanti l'imposizione di tributi. L'assemblea dei pari (feudatari diretti laici ed ecclesiastici della corona) fu detta Parliament durante il regno di Enrico III e, dalla metà del 1300, diventò C. dei L., o Camera dei pari, per differenziarsi dalla Camera dei comuni, composta da rappresentanti della piccola nobiltà e della borghesia cittadina. La supremazia dei lords sull'altro ramo del Parlamento rimase indiscussa fino alla rivoluzione borghese del XVII sec., quando l'istituzione di un Governo repubblicano impose l'abolizione di tutti i titoli reali. Nel periodo della restaurazione l'assemblea dei lords riacquistò potere sui comuni assumendo sempre più il ruolo di bastione del conservatorismo politico, in difesa dei privilegi della chiesa anglicana. Con la riforma costituzionale del 1911 (Parliament act) la C. dei L. perse la facoltà di presentare ed emendare leggi di carattere finanziario e in pratica ogni effettivo potere legislativo.